La tecnologia per rendere l’esperienza al ristorante memorabile. Ultraviolet
di Fabrizio Valente (founder & CEO di Kiki Lab)
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La componente emotiva ha un ruolo fondamentale nell’indirizzare l’acquisto e, lo spazio fisico, è il luogo di elezione per generare emozioni, essendo lì possibile agire su tutti i sensi del cliente. Se poi anche la tecnologia dà una mano per valorizzare la componente emotiva dell’acquisto, i risultati sono sbalorditivi.
Parliamo di Ultraviolet, un caso di fortissimo impatto che rientra a pieno titolo nella tendenza del Feel & Link e della emozionalità. Il grande chef francese Paul Pairet, pluristellato, è diventato famoso per il suo approccio innovativo e sperimentale. Per il concept Ultraviolet ha impiegato ben 6 anni di progettazione per arrivare ad aprirlo, nel 2012, a Shanghai. Dopo dieci anni l’ha rinnovato, inserendo una serie di nuove tecnologie di ultima generazione.
Pairet è convinto che le persone mangino più ‘miti’ che calorie e che sia importante mettere in campo un approccio legato allo psico-food e alle sue suggestioni.
Ultraviolet è, quindi, molto più di un eccellente ristorante: è un’esperienza culinaria multisensoriale che mixa tecnologia e cucina d’avanguardia, integrando gli elementi visivi e olfattivi in ogni piatto con quelli sonori e visivi dell’ambiente, per offrire un’esperienza sensoriale completa.
Il ristorante è molto piccolo, con un’ambientazione teatrale. Al centro c’è un tavolo unico che può ospitare fino a un massimo di 10 clienti e ognuna delle 20 portate previste è accompagnata da una scenografia musicale e visiva creata ad hoc e di forte impatto, grazie a sistemi tech di ultima generazione, sia per i suoni che per le luci.
Le pareti sono rivestite interamente da schermi ad altissima definizione e la sala è dotata di una serie di sensori che tracciano i movimenti degli ospiti e adattano l’ambiente in modo coerente a quei movimenti. Ad esempio le luci si abbassano quando gli ospiti stanno per iniziare ad assaggiare un piatto o il suono del vento viene riprodotto quando i clienti degustano una ricetta a base di frutti di mare. Le immagini sulle pareti e i ‘paesaggi’ sonori sono di fortissimo impatto e ‘trasportano’ gli ospiti nei luoghi legati alla provenienza dei cibi, dalle foreste giapponesi alle campagne francesi.
Tutta l’esperienza prevede che Pairet sia il direttore d’orchestra e i clienti dei semplici orchestrali. I pezzi ‘suonati’, cioè il menù e le sue portate, vengono scelti dal direttore Pairet e sono uguali per tutti. Anche i tempi li detta lui, i clienti si devono adeguare e lo fanno volentieri, abbandonandosi e affidandosi allo chef con piacere.
Le recensioni sono ottime, sia quelle dei clienti che quelle della critica: per il concept unico, la cucina squisita, il servizio impeccabile e l’esperienza globale, molto innovativa, totalmente coinvolgente e indimenticabile.
Stimoli per gli imprenditori
- Creare una narrazione attorno ai prodotti che coinvolga tutti i sensi del cliente e enfatizzi le origini e la qualità. Lo si può sempre fare, anche con investimenti ridotTi rispetto a Ultraviolet. Anche intervenire sul menù può essere un primo piccolo passo, si veda Il menù del ristorante è efficace? Fai il test di neuromarketing
- In base al proprio posizionamento, conquistarsi la fiducia dei clienti ed essere poi propositivi, osando anche guidare i clienti in base alla propria esperienza.
Fonti per le immagini:
Inkoly da shutterstock.com
Per i suoni:
elements.envato.com
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